Recensioni

In viaggio dentro le pagine

 

 

il-colibriSandro Veronesi, “Il colibrì”

Recensione di Isabella Donato, psicoterapeuta SPC

Elogio dell’immobilità, ovvero come tentare di salvarsi dal dolore senza cambiare.

Il colibrì è il protagonista del libro, Marco Carrera, orgoglioso di questo soprannome perché, come l’uccellino, mette tutte le energie per mantenersi fermo e talora va anche all’indietro.

L’incipit lascia basiti: conosciamo uno psicoanalista che per tutelare l’incolumità del nostro protagonista gli rivela contenuti delle sedute con la moglie, irritandosi vieppiù dallo scoprire che gli è stato mentito; dopo questo agito, abbandonerà la professione per dedicarsi a cose veramente importanti, aiutare le popolazioni in situazioni di emergenza.

Anna Giurickovic Dato La figlia femminaAnna Giurickovic Dato,  La figlia femmina

Recensione di Isabella Donato, psicoterapeuta SPC

Entriamo nell’inferno dell’incesto familiare. Sappiamo degli abusi paterni sulla figlia fin dall’esordio della narrazione. Ma la storia, dopo l’esposizione del fatti in terza persona, è narrata dalla madre, il faro è puntato su di lei, che si interroga su come sia potuto accadere. Senza sconti e censure autoprotettive si viviseziona per capire cosa è accaduto, cosa ha trascurato e cosa ha cercato a tutti i costi di non vedere. E’ infatti una donna che si sente fragile, non vuole vedere le ombre, non tollera che gli altri le rimandino immagini disturbanti di sè e di chi ha intorno.

Eshkol Nevo, “Tre piani”.

Recensione di Isabella Donato, psicoterapeuta SPC

“L’importante è parlare con qualcuno. Altrimenti, tutti soli, non sappiamo nemmeno a che piano ci troviamo, siamo condannati a brancolare disperati nel buio, nell’atrio, in cerca del pulsante della luce”.

Michel Houellebecq, “Serotonina”

Recensione di Isabella Donato, psicoterapeuta SPC

“E’ una piccola compressa bianca, ovale, divisibile. Non crea né trasforma; interpreta. Ciò che era definitivo, lo rende passeggero; Ciò che era ineluttabile, lo rende contingente. Fornisce una nuova interpretazione della vita-meno ricca, più artificiale, e improntata ad una certa rigidità. Non dà alcuna forma di felicità, e neppure vero sollievo, la sua azione è di tipo diverso: trasformando la vita in una serie di formalità, permette di raggirare. Pertanto aiuta gli uomini a vivere, o almeno a non morire - per qualche tempo.”

Han Kang, “La vegetariana”

Recensione di Isabella Donato, psicoterapeuta SPC

E’ la narrazione di un processo di dissoluzione in tre atti:

Tutto ha inizio con un sogno; Yeong-hye, la protagonista fa un sogno con carne,sangue, ancora carne e ancora sangue, dappertutto; da allora rifiuta la carne, non la mangia non la tocca esclude progressivamente ogni contatto “carnale”. E’ una deriva incessante e radicale, una ribellione per sottrazione, negazione, annullamento di sè.

Nadia Terranova, “Addio fantasmi”

Recensione di Isabella Donato, psicoterapeuta SPC


Ida torna nella casa natale, la casa che sua madre chiama “nostra” ma che lei non considera più sua: “negli anni ne avevo ripulito la memoria con accurata violenza”. L’attende un compito apparentemente semplice. Scegliere le cose da conservare e quelle da buttare: “ bisognava che tornassi per scegliere cosa lasciare andare”. Lascia la sua vita adulta in un altra città; prima di partire sogna di annegare.

Maria-Teresa-di-Lascia-Spc-Genova

Maria Teresa di Lascia da "Un vuoto dove passa ogni cosa"

Recensione di Lidia Compagninopsicoterapeuta, socia CSTCS

Ciò che tutti vogliamo, ed è questa la ragione per la quale ci ammaliamo, è essere amati. Potremmo guarire le persone solo con le carezze: carezze colme di calore, di affetto, di tenerezza. Io voglio imparare a guarire così: con l'amore! 
Maria Teresa di Lascia da "Un vuoto dove passa ogni cosa"

Riflessioni su "Il bazar degli abbracci" di Sonia Abadi

Recensione di Ivano Calaon - Psicoterapeuta, socio CSTCS

Abstract: Nel libro "Il bazar degli abbracci" l'autrice, una psicanalista, dipinge una serie di scene che raccontano l'esperienza del ballare il tango. Non si tratta di un testo solo per ballerini di tango o psicanalisti ma di una cronaca appassionata di questo ballo. A partire dalle suggestioni offerte si passa a discutere di se e come il tango e in generale le attività creative ed espressive possano essere terapeutiche