Approfondimenti

Alla ricerca della vita attraverso la morte

di Ivano Calaon

Economico, letale, imprevedibile. Il suicidio, anzi il suicida, è diventato ormai da anni l’arma preferita di gruppi terroristici locali e globali. Un martire suicida ottiene effetti impossibili per un esercito tradizionale, in particolare dal punto di vista mediatico ed emotivo.  Si stima che l’organizzazione dell’attentato alle Torri Gemelle di New York sia costata circa 300 – 400.000 dollari, mentre le spese in sicurezza anti-terrorismo degli Stati Uniti da allora in poi sia stata decine di milioni di volte superiore. Senza che per questo gli americani e il resto del mondo si sentano più sicuri. Anzi.
E’ una magistrale applicazione dell’effetto farfalla.

di Nicoletta Massone

Le questioni circa lo statuto epistemologico della psicoanalisi continuano ad impegnarci, sulla scorta sia della sollecitazione che deriva dal nostro interrogarci circa la natura e la “validità” delle teorie e del metodo che applichiamo, sia in base alle questioni che, in merito, ci vengono rivolte da colleghi di indirizzi terapeutici diversi, dai pazienti stessi e dalle persone con cui, a diverso titolo, ci incontriamo.

Giulio Gasca - Psichiatra, psicoterapeuta
Mariella Torasso
- Psicoterapeuta
17 febbraio 2016

Queste riflessioni nascono in margine alla conduzione di un master SPC di psicodramma analitico con un gruppo di psicoterapeuti. I partecipanti, formati in un contesto orientato in prevalenza psicoanaliticamente al rapporto duale, si erano interrogati sulla possibilità di integrare tale approccio con l’intervento attraverso il gruppo. Il gruppo, che era stato comunque presente nella loro formazione, poteva significare ora sia la dimensione in cui esperire nuove forme di rappresentazione delle problematiche concernenti la relazione terapeutico-professionale, sia uno strumento vero e proprio con cui affrontare, presentificandola, la sofferenza dei pazienti.

di Silvia Fancello
Adolescenza: una corsa ad ostacoli Avere per molto tempo considerato l’adolescenza come una fase della vita caratterizzata da sbalzi di umore e crisi più o meno intense ha alimentato il senso di confusione e di incertezza in chi, come genitore, si pone con sguardo interrogativo a valutare se quella “metamorfosi che lascia impreparati”, quei “modi di fare così bruschi ed eccessivi” o ancora quello “sguardo così triste e pensieroso” siano da considerare “normali” o possano, con buona ragione, essere ritenuti fonte di preoccupazione.

di Loriana D'Ari
Il bambino si sta ora approntando per lo stadio successivo, che è quello di ammettere una sovrap-posizione delle due aree di gioco, e di goderne. Dapprima, certo, è la madre che gioca col bambino. Ma essa sta piuttosto attenta a inserirsi nelle attività di gioco del bambino. Presto o tardi, tuttavia, essa introduce il suo proprio gioco, e trova che i bambini variano, a seconda della loro capacità di accettare o di rifiutare la introduzione di idee che non sono le loro. In questo modo la strada è a-perta per giocare insieme in un rapporto. (Winnicott 1971, trad. it. p. 94).

di Loriana D'Ari
Malgrado vi siano posizioni più felici, sentirsi sospesi tra ragione e sentimento è sentirci bene, perché il pensiero nasce da un bisogno che nel frattempo ha cambiato volto, e si è fatto emozione.

di Mariella Torasso
fonte Scuola di Psicoterapia Comparata
Quando ho incominciato ad interessarmi di psicodramma, ho sentito il bisogno di rintracciare, nella storia del movimento psicoanalitico, documenti che documentassero il passaggio dalla ...

di Nicoletta Massone
fonte Scuola di Psicoterapia Comparata
"Che cosa vede il bambino quando guarda il volto della madre?" si domanda Winnicott e poi risponde: "Secondo me guarda se stesso. In altre parole, la madre guarda il bambino ...